Zafferano Storia dello zafferano nell'eta' Greco Romana
Storia dello zafferano dell'Aquila
Lo zafferano arrivo' in Italia grazie ad un monaco domenicano appartenente alla
famiglia Santucci di Navelli. Il monaco Santucci, membro del tribunale della
Santa Inquisizione e grande appassionato di agricoltura, fu particolarmente
colpito dalla piccola pianta e penso' cha avrebbe potuto trovare le condizioni
ideali nei terreni della piana di Navelli.
Il prodotto coltivato nella piana trovo' delle condizioni molto favorevoli, la
coltura si estese nelle zone circostanti ed i nobili locali iniziarono a
commercializzare lo zafferano nei mercati milanesi e veneziani.
L'Aquila, appena fondata (XIII secolo), divento' famosissima per la qualita'
dello zafferano che ne traino' l'economia per lungo tempo. La produzione si
estese dalla piana di Navelli in tutta la provincia.
Il Re Roberto D’Angiò (1317) abolì le tasse sullo zafferano per favorirne il
commercio verso citta' estere: Francoforte, Marsiglia, Vienna, Norimberga ed
Augusta.
Lo zafferano dell’Aquila, affermatosi a livello internazionale, veniva conteso
da tanti commercianti, ma il Re reintrodusse ed aumento' le tasse per poter
realizzare importanti opere cittadine: l’ospedale nuovo e la basilica dedicata a
San Berardino da Siena.
Lo zafferano aquilano dovette anche affrontare anche il problema della
contraffazione: Jobst Findenken di Norimberga acquistava personalmente lo
zafferano a L'Aquila e poi lo sofisticava tornando nel suo paese.
Quando venne scoperto, il 27 luglio 1444, venne bruciato vivo con il prodotto
che portava e sua moglie fu mandata in esilio sull’altra sponda del Reno.
Nel 1500 le famiglie Tuder, Immoff, Wachter e Munzer divennero cittadini
aquilani acquistando case in citta'. Negli stessi anni il Re Ferrante I
d’Aragona decretò il diritto alla città dell’Aquila di aprire una Università e
venne posta la prima pietra della famosa basilica di S. Berardino. L'opera di
costruzione della basilica venne finanziata da Jacopo Notar Nanni amico di San
Berardino e grande commerciante di zafferano.
Il ricavato dalle vendite dello zafferano venne utilizzato per pagare le tasse
imposte alla citta' durante il dominio spagnolo. Il picco di produzione si
raggiunse nel 1800 con l’arrivo dei Borboni sul regno di Napoli e tocco i 45
quintali.