Storia
dello zafferano dell'Aquila
Zafferano
Dagli Statuti della Gabella di Castel della Pieve del
1537.
Qui, tra le altre rubriche, appare la regolamentazione
della raccolta di Zafferano.
Entro l' 8 Novembre i produttori pievesi erano tenuti
secondo lo statuto a denunciare al Comune il loro quantitativo e poi pagare la
tassa.
Multe salate per i disertori e possibilità di dilazione sotto lauto compenso. Da
quanto sopra si evince che la produzione di zafferano era molto importante per
l'economia della città. Esso doveva servire principalmente per la tintura dei
tessuti, ma anche nel resto dell'Umbria la produzione creava indotto. Al tempo
esistevano tessitori ma anche tintori ai quali era proibito tingere per terzi
fuori dalla Città. L'attività di lavaggio, tessitura e tintura era favorita
dall'abbondanza dell'acqua fornita dalla Palude della Chiana. Lo Statuto di
Perugia testimonia della produzione di Zafferano in Umbria a partire dal secolo
XIII. Cascia e la zona di Spoleto erano i centri di maggior produzione della
pianta mediorientale fino alla fine del 1500. Tale produzione non aveva nulla da
invidiare alla produzione dell'Altopiano di Navelli in Abruzzo. Nel XVII secolo,
però, la produzione di zafferano decadde in Umbria ma anche in Toscana, a San
Gimignano, dove Firenze impose l'importazione dello zafferano spagnolo perché
più conveniente. Dall'occupazione spagnola l'Italia entrò in crisi (1550 circa)
e vide salire l'inflazione alle stelle e riattivarsi processi di
rifeudalizzazione. Si riferisce a questo periodo l'appellativo di varie piazze
come Piazza di Spagna (come vi sono a Pienza, Città della Pieve e Roma). Per la
valenza acquisita nel tempo e i legami di questa pianta col territorio in
questione "l'oro viola" diventa quindi veicolo di riferimento per la promozione
d'immagine della città. Il marchio riporterà "Il Croco di Pietro Perugino" come
titolo e "Zafferano di Città della Pieve" come sottotitolo. Si costituisce così
un consorzio di produttori e un'associazione volta alla valorizzazione dello
zafferano composta dall'Amministrazione Comunale di Città della Pieve e dalla
Comunità Montana "Monti del Trasimeno", affiancata dal Gruppo di Azione Locale
Trasimeno-Orvietano, dalla Facoltà di Agraria dell'Università di Perugia, da
Slow-food Condotta Trasimeno e da altre Associazioni di Categoria. La zona di
produzione dello Zafferano di Città della Pieve è caratterizzata da continuità
geografica e da
terreni costituisce così un consorzio di produttori e
un'associazione volta alla valorizzazione dello zafferano composta
dall'Amministrazione Comunale di Città della Pieve e dalla Comunità Montana
"Monti del Trasimeno", affiancata dal Gruppo di Azione Locale
Trasimeno-Orvietano, dalla Facoltà di Agraria dell'Università di Perugia, da
Slow-food Condotta Trasimeno e da altre Associazioni di Categoria.
La zona di produzione dello Zafferano di Città della
Pieve è caratterizzata da continuità geografica e da terreni situati tra i 300 e
i 600 mt s.l.m. nei seguenti territori comunali: Città della Pieve, Castiglione
del Lago, Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Paciano, Panicale e Piegaro.